
Il neo sindaco Giacomo Romano del Comune di Brusciano, ha rilasciato una lunga intervista all’emittente televisiva locale NanoTV. Il sindaco del polo del buon governo ha stabilito le priorità e le sfide che dovrà affrontare la sua futura giunta comunale. Nel contempo ha voluto fare chiarezza sugli strascichi e sulle polemiche pre elettorali. Giacomo Romano è stato eletto con 5630 preferenze ed ha vinto le elezioni superando le diffidenze e le polemiche della vigilia, superando se stesso e gli scettici. Una vittoria dignitosa, una vittoria sontuosa e di forza. Il nuovo sindaco si è aperto ai giornalisti di Nanotv, esternando la sua enorme soddisfazione per la vittoria raggiunta. “Siamo felicissimi, ha vinto una comunità umana che si è trovata insieme da molti anni, che ha trovato poi una sua rappresentatività in consiglio comunale, successivamente alle elezioni del 2018 che ci hanno visto essere eletti all’opposizione. In quella occasione abbiamo fatto un lavoro di sentinelle, abbiamo subito dettato le nostre linee, con una nostra idea di città che evidentemente poi con la coalizione del polo del buon governo si è materializzata in un riscontro elettorale. Abbiamo avuto una risposta da parte della città che ci ha riempito il cuore di gioia.
Quando gli è stato chiesto da dove deve ripartire Brusciano e quale era la sua idea per la città, Giacomo ha affermato che “Il polo del buon governo trova il senso di appartenenza nelle tradizioni, nelle radici. Noi abbiamo posto al centro le criticità. Secondo il polo del buon governo nessuno più deve rimanere indietro, un occhio particolare va alla disabilità, va all’autismo. Abbiamo problemi seri nelle scuole e l’integrazione scolastica sarà una nostra priorità. Noi vogliamo partire dalle nostre scuole, sia sotto l’aspetto strutturale, perché abbiamo scuole fatiscenti, abbiamo scuole indecorose. Per dare una proposta formativa avanguardista, una proposta formativa che sia al passo. Dobbiamo riportare i bambini in una scuola accogliente, sotto l’aspetto strutturale e allo stesso tempo ad una scuola che offra una proposta formativa, che sia degna del terzo millennio. Intratterremo rapporti con i nostri dirigenti, in questi anni dimenticati. Priorità alle scuole, priorità agli enti del terzo settore che con le scuole devono collaborare. L’amministrazione dovrà programmare interventi strutturali, con l’ausilio di numerosi finanziamenti sono alle porte, sono già disponibili. Il Miur ha messo a disposizione numerose risorse ma Brusciano non ha partecipato. C’è un Piano Nazione di ripresa e resilienza che ha un capitolo dedicato alla formazione. Noi vogliamo partire dalle scuole per combattere il fenomeno della dispersione scolastica e per combattere la povertà educativa. Dobbiamo ripartire dalle imprese, dal lavoro, dall’ambiente e dalla transazione ecologica. Stamattina mi sono recato nel cimitero di Brusciano per accertarmi delle carenze e per fare il punto della situazione. Il nostro cimitero ha bisogno di manutenzione e deve riacquisire un certo decoro.
Dobbiamo avere grande attenzione all’area industriale. Il primo cittadino, sollecitato dal giornalista, interviene sulla questione storico del piano urbanistico comunale, il PUC. Esso ha affermato che “nel 2013 è stato approvato un piano urbanistico comunale che mancava da Brusciano da 30 anni. All’epoca ero consigliere d’opposizione, ma nonostante questo quel piano l’ho votato. Infatti da quel piano è ripartita l’economia sotto l’aspetto dell’urbanistica e della edilizia. Ci sono stati vari tentativi di varianti a quel piano urbanistico, ma sono andati infruttuosi entrambi. Noi abbiamo la necessità di porre mano immediatamente alla variante del piano regolatore. Questo per dare maggiori chance alle imprese che vogliono venire ad investire sul nostro territorio e allargare l’area industriale. Per prevedere finalmente un parco pubblico, che inesorabilmente manca alla nostra cittadina. La variante PUC sarà dedicata totalmente allo sviluppo dell’area industriale e commerciale.
Giacomo Romano, oltre alle linee programmatiche e agli obiettivi che si è prefissato per Brusciano, ha voluto chiarire certi aspetti che lo riguardano in prima persona, sia per quanto concerne la questione che hanno riguardato le presunte minacce ricevute dall’ex sindaco Giuseppe Montanile, sia per quanto concerne la presentazione delle liste. Per quanto riguarda la prima spinosa questione, il neo sindaco ha tenuto subito a precisare che “Il 4 marzo 2021 14 consiglieri su 16 si sono recati dal notaio per rassegnare le proprie dimissioni. A quella data nessuno dei consiglieri comunali era a conoscenza di queste minacce. Non c’è stato un atto consiliare, non è stata convocata la conferenza dei capi gruppo, non c’è stata una comunicazione da parte del Sindaco nè da qualsiasi altro rappresentante dell’ente, che comunicasse a noi consiglieri comunali che al 4 di marzo l’ex sindaco Montanile era stato attinto da minacce da parte della criminalità organizzata. Ammesso che queste minacce siano venute per ragioni legate all’attività del sindaco. Noi quando ci siamo recati dal notaio per rassegnare le nostre dimissioni, perché si erano seguite tre giunte in tre anni, perché era oramai una consiliatura giunta al termine. Eravamo convinti che si doveva porre fine ad una amministrazione che non c’era da anni. Delle minacce siamo venuti a conoscenza soltanto quando l’ex sindaco con un video. Dopo essere venuto a conoscenza delle nostre dimissioni ha dichiarato che aveva ricevuto queste minacce.
Successivamente, il sindaco si è soffermato sulla presentazione delle liste e sul ricorso vinto al Consiglio di Stato. “Noi abbiamo lavorato in questi anni per la costituzione del polo del buon governo, abbiamo lavorato con amore, con perseveranza, con senso del dovere e abbiamo depositato le nostre liste in comune avendo presso la nostra sede il consigliere metropolitano che doveva autenticare tutto, doveva farlo davanti ai candidati. Quando alle ore 12 si sono ritrovati solo i nostri presentatori delle nostre 4 liste, ovviamente siamo rimasti sorpresi. Altri hanno commessi gravi errori certificati dal consiglio di Stato. Per la questione ricorso, inizialmente non mi sono costituito in giudizio al TAR, mi sono rimesso alla giustizia. Quando il TAR ha recepito tukur l’intero contenuto del ricorso introduttivo, quando a motivare quel tipo di sentenza era lo spaccato di una città collusa, inquinata dalla criminalità organizzata, inquinata da traffico anomalo e da giornalisti che affollavano la casa comunale. Quando si dice che ci sono dipendenti comunali che facevano attività di ostruzionismo, quando si denuncia un comandante della polizia municipale, quando si chiama il comandante della stazione dei carabinieri in causa rispetto ad un atteggiamento di ostruzione, allora io mi sono sentito il dovere di difendere l’intera città, mi sono sentito il dovere di difendere l’intero corpo di polizia municipale, di difendere l’onore dei dipendenti comunali. Ho chiesto al consiglio di Stato di verificare se la questione era temporale o era nella illegittimità delle liste. Non è il pomo della discordia la questione dell’orario, le liste erano illegittime, le liste erano costellate da errori. Le liste non c’erano, erano incomplete.
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