
Domenica 6 settembre 2020, Campania, qui risponde la terra dei fuochi. Passano gli anni, passano i mesi, passano gli appelli, passano i reclami, passano gli slogan, tanto e tutto si vuole fare, ma nessuno si muove. Le istituzioni dormono sonni tranquilli. Dalla regione al Prefetto, dal Ministero dell’ambiente ai sindaci locali, mutismo e rassegnazione. Il popolo, oramai, è assuefatto da questo funesto degrado. Sono pochi i temerari che non mollano, tra cui le associazioni spontanee di cittadini e le associazioni che lottano gloriosamente contro questo fardello. Una di queste è l’associazione Veritas “costruire comunità in terra dei fuochi”, realizzata con il contributo della Fondazioni Con il Sud e Charlemagne Onlus. Questo progetto è partorito da una rete informale campana, che raccoglie una trentina di associazioni dislocate in regione, in merito alle questioni sulle emergenze ambientali e sulle conseguenze economiche, sociali e sanitari che possono causare. Quali sono gli obiettivi di questa associazione, o meglio quale scopo principale si prefigge? L’obiettivo trainante è quello di costruire uno studio su scala condotto per valutare la fattibilità, i costi, gli eventi avversi e le dimensioni dell’effetto che può avere un determinato fenomeno. Perché questo? Al fine di migliorare il progetto studio, prima che si propaghi a larga scala. Il focus è quello di riuscire a capire il collegamento tra la nascita delle malattie e l’esposizione ai materiali inquinanti sugli effetti che le matrici ambientali inquinate (aria, acqua, terra) possono avere sulla salute umana. Cercare di carpire le conseguenze che le sostanze inquinate possono avere ricadute sulla salute umane. Come è strutturato questo progetto? Esso prevede di ingaggiare volontari tra i malati di malattie tumorali,tra i malati oncologici residenti in Terra dei Fuochi, somministrare a ciascuno di essi un questionario anamnestico e di svolgere sul campione selezionato analisi tossicologiche. Il progetto prevede inoltre una fase di analisi dei dati raccolti, attività di diffusione dei risultati e attività di supporto attivo della causa sulle istituzioni nazionali, per ottenere specifica tutela anche per i cittadini esposti a livelli di contaminazione per ragioni non professionali. Tra i partner del progetto ci sono l’ Associazione Lello Volpe con i bambini, Unione studenti Campania, Sbarro health research organization e la rete della conoscenza Acerra. Non mi stancherò mai di dire che bisogna fare presto, anche se è troppo tardi. In effetti, la situazione in Campania sta precipitando. L’area Nord di Napoli e provincia di Caserta sono aree ad altissimo tasso di inquinamento. Una vasta area in cui si celano gravi criticità sanitarie per ospedalizzazione e mortalità causata dai tumori, per non parlare delle malattie metaboliche e neurologiche. Le associazioni organizzate o spontanee sono da lodare, sostenere, prendere da esempio. Ma non basta, bisogna fare di più!
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