
Il 19 luglio, a Brusciano, paese situato nella provincia di Napoli, si è tenuta la manifestazione “Io non Dimentico”, per commemorare il trentennale dalla strage di Via D’Amelio. Manifestazione organizzata dalle associazioni Mithril Art Odv, Casa di Pat e Psicologi in contatto. In tale occasione, è stato firmato un importantissimo protocollo d’intesa, che vedrà la nascita del Rione dedicato alla figura di Peppino Impastato. Un protocollo firmato dal Sindaco di Brusciano Giacomo Romano e dalle associazioni Mithril Art Odv e Psicologi in contatto, realtà territoriali che a fari spenti da anni spingevano in direzione della creazione di questo progetto così importante. Quindi, il rione Tirone sarà intitolato “Rione Peppino Impastato”. Inoltre, ieri, l’associazione Mithril Art Odv ha comunicato l’inizio delle attività legate al progetto ed ha allegato ad esso il comunicato stampa ufficiale.
Come descritto analiticamente nel progetto, “Giuseppe detto Peppino, nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia legata a Cosa Nostra. Il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista per la sua appartenenza alla mafia, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre, Cesare Manzella, era il capomafia del paese, ucciso nel 1963 in un attentato con una Alfa Romeo Giulietta riempita di tritolo. Il ragazzo ruppe presto i rapporti con il padre, che lo cacciò di casa, e avviò un’attività politico-culturale di sinistra e antimafia. Nel 1965 fondò il giornalino L’idea socialista e aderì al PSIUP. Dal 1968 in poi partecipò, con il ruolo di dirigente, alle attività delle nuove formazioni comuniste, come Il manifesto e, in particolare, Lotta Continua. Condusse le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1976 costituì il gruppo Musica e cultura, che svolgeva attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1977 fondò Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denunciò i crimini e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti (definito sarcasticamente «Tano Seduto» da Peppino), che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto di Punta Raisi.
Il programma più seguito era Onda pazza a Mafiopoli, trasmissione satirica in cui Peppino derideva mafiosi e politici. Nel 1978 si candidò nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, ma non fece in tempo a sapere l’esito delle votazioni perché, dopo vari avvertimenti che aveva ignorato, nel corso della campagna elettorale venne assassinato la notte del 9 maggio su commissione di Gaetano Badalamenti. Con il suo cadavere venne inscenato un attentato, per distruggerne anche l’immagine, in cui la vittima apparisse come suicida, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia Palermo-Trapani. La lista di Democrazia Proletaria ottenne 260 voti e un seggio, Peppino Impastato risultò il candidato più votato con 199 preferenze e il suo seggio andò ad Antonino La Fata. Inizialmente stampa, forze dell’ordine e magistratura parlarono di un atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto ucciso e poi di suicidio dopo la scoperta di una lettera in casa della zia, che in realtà non rivelava propositi suicidi. Il delitto, quindi, avvenuto in piena notte, passò inizialmente inosservato, poiché nella stessa giornata, una decina di ore dopo, venne ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, in via Caetani a Roma”.

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