
Ai tempi della pandemia, il modo di vivere e di relazionarci è cambiato radicalmente, sia nei rapporti umani che sociali. Non solo, il rispetto delle norme anticovid19, hanno inciso molto anche nel campo del lavoro. Ha limitato soprattutto la presenza fisica negli uffici pubblici. Ecco perché nell’ultimo anno si è fatto un uso e un abuso dello strumento dello “smart working”. Norme stringenti hanno avuto conseguenze anche nel campo della scuola, con le chiusure parziali o totali che si sono susseguite in questi mesi. Si è cercato di trovare una soluzione in ambito scolastico, un punto di incontro tra didattica e presenza dello studente nelle istituzioni scolastiche. Si è ricorso al metodo della DAD, la cosiddetta “Didattica a distanza”. Che cos’ è la didattica a distanza?
Per Didattica a distanza si intende una modalità di didattica che permette a studenti e insegnanti di proseguire il percorso di formazione e apprendimento non necessitando necessariamente della presenza fisica del soggetto. Può essere considerata come l’insieme delle attività formative che è possibile svolgere senza la presenza fisica di docenti e alunni nello stesso luogo. Quindi didattica che può avvenire online, tramite la connessione in aule web e attraverso la distribuzione di materiale scaricabile online. In aggiunta, fondamentali sono gli strumenti audiovisivi, videoconferenze, chat di gruppo, uso di piattaforme digitali per la trasmissione di materiale multimediale. La videoconferenza, largamente utilizzata in questo periodo, è una delle modalità per entrare in contatto con gli studenti. La presenza fisica dell’alunno può essere considerata uno svantaggio? Può essere, ma anche no. La DAD può essere un incentivo alla valorizzazione delle competenze personali.
Inoltre, l’interattività online rende più partecipe e collaborativo lo studente. Lo smart learning consente allo studente di apprendere autonomamente, di fare autonomamente ricerche, approfondimenti, reperire fonti e informazioni che normalmente in classe sarebbe più difficile reperire. Dal lato dell’insegnante, questa figura deve essere vista come una sorta di tutor, che deve organizzare, programmare, preparare il materiale e valutare costantemente o periodicamente i compiti o le attività svolte dallo studente. Qual è la durata delle lezioni a distanze in base al grado d’istruzione? Il ministero della pubblica istruzione ha messo a disposizione le faq in merito alla fattispecie. Le linee guida ministeriali autorizzano i docenti a fare lezione secondo un’unità oraria inferiore a 60 minuti con la raccomandazione di qualche pausa durante l’arco della lezione.
Per quanto concerne la DAD nella scuola d’infanzia, visto e considerato l’età degli studenti, è preferibile proporre piccole esperienze, brevi filmati o file audio. Per la DAD della scuola primaria, le linee guida spiegano che per le classi prime della scuola primaria bisogna garantire un massimo di 10 ore settimanali, nelle altre classi le ore previste sono 15. Ancora, per la DAD nella scuola secondaria, cioè la scuola media, la durata delle lezioni devono rispettare l’indicazione minima delle 15 ore settimanali. Infine, nelle scuole secondarie di secondo grado le ore settimanali diventano 20.
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