
La questione “verde”, “ o del BTp green”, per usare un termine anglosassone, non riguarda solo la questione ambientale, che abbraccia l’intero mondo dell’ecosistema. Urge le necessità di un mercato ecosostenibile più competitivo ed efficiente per il futuro e per le prossime generazioni. Dopo vari rinvii, il 2021 sarà l’anno del c.d BTp verde, il tesoro emetterà titoli di stato “green”. Lo ha dichiarato il responsabile per il debito pubblico del tesoro in una recente intervista, annunciando la misura: il dubbio rimane se coinvolgere i piccoli stakeholders, Il canale retail dei piccoli risparmiatori o se rivolgere la misura verso gli investitori istituzionali. Su questo aspetto, si è deciso di rinviare la decisione al 2021.
Ci chiediamo a questo punto della vicenda: qual è il loro scopo e qual è la differenza con gli altri buoni ordinari del tesoro? A differenza di quest’ultimi, i “BTp green” si distinguono per il fatto che il ricavato raccolto deve essere destinato esclusivamente a finanziare progetti o iniziative ambientali. Questi bond devono avere uno scopo preciso e bene definito. Mirano a ridurre l’inquinamento e alla salvaguardia dell’ecosistema. Non solo, sono mirati ad avere un impatto positivo per la produzione di energia pulita da fonti pulite, l’uso sostenibile dei terreni. L’Accordo di Parigi del 2015 sull’abbattimento delle emissioni inquinanti ha dato impulso a questi titoli, che nel 2019 hanno superato i 250 miliardi di dollari per i nuovi collocamenti.
I “green bond” permettono infatti di finanziare vari tipi di progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale, come il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento, infrastrutture per i trasporti, tra cui le ferrovie centrali eoliche e più in generale iniziative legate all’utilizzo sostenibile dell’acqua o all’edilizia eco-compatibile. Sul piano Europeo, gli altri paesi europei già hanno adottato i “green bond”, come la Germania, la Polonia, Francia e Olanda. L’Italia arriva all’appuntamento in leggero ritardo. Questo piano espansivo totalmente “green” è conseguenza diretta dell’approvazione del recovery fund. Sono investite ingenti risorse da parte della Commissione Europea per competere nei mercati europei dell’ecosostenibilità.
L’organo europeo si impegna ad investire circa il 30% dei 750 previsti dal piano espansivo del recovery fund. I BTp verdi vengono calendarizzati verso ad inizi 2021, è predisposto un quadro regolatorio per l’emissione di questi titoli, il c.d “Green Bond Framework”. E’ pubblicata la strategia ambientale e i meccanismi che accompagnano l’emissione dei titoli. Il framework ci illustrerà le linee guida e di indirizzo in merito alla strategia della sostenibilità dello Stato.
www.google.it
https://www.paleolitika.it/wp-admin/post.php?post=1833&action=edit