Art. 1 della costituzione Italiana

Art 1 cost.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione

L’art 1 della carta costituzionale manifesta il fondamento sociale e democratico della nostra Res Pubblica. La disposizione, riconosciuta primo principio fondamentale, sancisce l’ordinamento politico dell’Italia dopo il referendum del 2 giugno 1946, quando è eletta la forma repubblicana nel referendum post bellico. Essa va letta in raffronto con l’art’ 139 della Costituzione, in cui viene esplicato ai massimi livelli il principio del lavoro, concetto ispiratore della nascita della repubblica. Il lavoro è un concetto ecumenico, vasto, tanto che possiamo collegarlo all’art 36 della nostra carta costituzionale. Qui viene in risalto la concezione di lavoro come retribuito e proporzionato, quindi il lavoro è assimilato al concetto di dignità. Lavoro tale da garantire alla famiglia del lavoratore una esistenza libera e dignitosa. Abbiamo esaminato il concetto della prima norma della costituzione come dogma cardine del lavoro. Ora analizziamo il secondo comma. Esso, invece, mette in risalto l’essenza della sovranità. Sovranità che appartiene al popolo. Ma cosa significa? Significa che essa appartiene al popolo, non allo Stato. La sua funzione è radicata nel potere politico esclusivo che hanno i cittadini di eleggere i loro rappresentanti. Anche se questa funzione è mitigata con l’ausilio di una organizzazione di soggetti diversi da loro (la c.d democrazia indiretta). Il concetto di sovranità lo possiamo trovare anche nell’art 48 della carta costituzionale, Il secondo comma recita così: ” La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività”. Il secondo comma è la disposizione chiave, qui è citata l’effettività. Nel senso che lo Stato si impegna con tutta la sua vis,  affinchè venga assicurato e garantito il diritto di voto sia ai cittadini italiani residenti nel paese che all’estero. Altra disposizione che fa breccia nel cuore delle sovranità la troviamo nell’ art 71 della carta costituzionale che recita così: “ll popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”. Che cosa significa? Essere titolari dell’iniziativa legislativa significa avere il potere non di approvare una legge, che spetta al solo Parlamento, ma di dare inizio al percorso che può portare all’emanazione di una legge. L’art. 71 indica i seguenti titolari dell’iniziativa legislativa: il Governo, le due Camere (ciascun deputato o senatore ha il diritto di presentare disegni di legge), il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, i Consigli regionali e i cittadini. Che tanti soggetti siano titolari del potere dell’iniziativa legislativa ha lo scopo di favorire la partecipazione democratica; in questo senso è intesa anche l’iniziativa popolare. La nostra democrazia è una forma di democrazia indiretta. I cittadini non governano, né legiferano direttamente, ma lo fanno attraverso i rappresentanti eletti. La c.d iniziativa popolare consiste nella presentazione di un progetto di legge già redatto, firmato da almeno cinquantamila elettori. Qui viene in rilievo il concetto di referendum popolare, sancito all’art 75 costituzione. L’articolo stabilisce i limiti di uno strumento tipico della democrazia, il referendum. Chiamati ad approvare o no il mantenimento di una legge, i cittadini aventi diritto di voto si esprimono su una norma direttamente, anziché attraverso i loro rappresentanti.
L’articolo 1 della costituzione. La nostra porta della democrazia

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Pubblicato da Gianluca Castaldo

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