
Nella bozza del Dl Semplificazioni sono previsti una serie di emendamenti per semplificare la realizzazione di antenne 5G e posa di fibra. Vediamo se effettivamente questa nuova rete è dannosa per la salute. Una delle caratteristiche principali di questa rete è quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con altra velocità e tempi di risposta molto rapidi. Non si tratta, inoltre, della semplice evoluzione dell’attuale 4G, perché ha caratteristiche tecniche completamente diverse, non solo per la quantità di banda più ampia e per le velocità. La prospettiva più accreditata ipotizza però una velocità dieci volte superiore rispetto al 4G. Le prestazioni saranno superiori soprattutto in termini di latenza, cioè di tempi di risposta al comando dato all’oggetto connesso. Ad esempio, se pensiamo alle auto connesse, è il tempo che trascorre tra quando un sensore che indica lo stop trasmette all’auto il comando di fermarsi e il momento in cui l’auto effettivamente si ferma). Questo tempo di risposta scenderà a 1-10 millisecondi, circa dieci volte meno degli attuali 50-100 millisecondi del 4G (questo è uno degli aspetti più considerati più importanti per i nuovi servizi digitali che si pensa di sviluppare). Nonostante il panico scatenatosi intorno al 5G (si teme sarà causa di varie malattie, ad esempio tumori). Al momento, non ci sono dati che permettono di escludere o confermare questa tesi. Il 5G viaggerà si su frequenze più elevate rispetto al 2G, 3G, 4G, ma la rete di antenne, in realtà, utilizzerà segnali dotati di potenza inferiore. Inoltre resta ferma il fatto che, anche se a frequenze maggiori, la capacità di penetrazione di queste onde nei tessuti umani rimane sempre molto più bassa, limitata agli strati superficiali della pelle. Quindi, il DNA non rimarrà danneggiato, vista che manca l’energia necessaria per causare danni. Per concludere, il 5G comporta una minore esposizione rispetto al 4g. Le antenne non irradiano tutta la zona. Se andiamo a fondo della questione, la maggiore fonte d’esposizione non è l’antenna ma il cellulare.
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